Recensioni

RECENSIONI

Dicembre 2019
Fonte: Gufetto Magazine - rivista online
Autore: Paolo Caruso


Carmelo Calderone @ Più Libri Più Liberi: un taxi per riflettere sulla complessità del mondo

Durante la fiera Più libri più liberi 2019, abbiamo incontrato Carmelo Calderone per parlare del suo fumetto Taxo edito da Lavieri.
Taxo è un volume di 80 pagine a colori, che racchiude al suo interno otto storie dalla lunghezza variabile, proprio come variabile e imprevista può essere una corsa in taxi.
Le storie raccontate da Carmelo hanno come protagonista un tassista, che si trova a viaggiare ed esplorare mondi diversi, abitati da giganti, da creature fantastiche o da semplici esseri umani. Il nostro tassista si trova ad essere testimone di situazioni che lasciano al lettore spunti di riflessione sulla diversità del mondo e sulla complessità dell'animo umano.

P - Ciao Carmelo come sei arrivato alla realizzazione di Taxo?
C - Girando con i taxi ho sempre trovato affascinante il fatto che i conducenti avessero a che fare con varie persone e con le loro storie. Ho cercato di sviluppare questa serie di storie brevi proprio per parlare di questi piccoli incontri, piuttosto che raccontare un unico racconto.
P - Ho notato che il numero delle corse (i titoli delle singole storie sono caratterizzati dal numero della corsa, composto da sei cifre e da una parola) rappresenta delle date. Hanno a che fare con tue esperienze?
C - Alle volte si! Rappresentano la data di nascita di persone o fatti riconducibili a persone che mi hanno ispirato. Inserirli nel titolo è una maniera per dedicargli quello che racconto e che rappresento nelle tavole.
P - Sono rimasto colpito dalla storia dell'uomo che rimane chiuso in casa per 43 anni e alla fine decide di affrontare quello che c'è oltre la sua porta (corsa 081156 Eterno). Cosa ti ha ispirato?
C - Questa è una domanda complicata. Sinceramente nessun evento in particolare. Si tratta di un'idea personale che ho cercato di sviluppare in un racconto. Taxo presenta molte altre storie che non sono inserite nel volume, al momento sono arrivato a comporne trentatre e non tutte sono ispirate a fatti o persone ma sono anche frutto di singole idee.
P - Sulla tua pagina personale di Facebook pubblichi anche strisce con cadenza più o meno regolare.
C - Pubblico una striscia a fumetti di satira e critica sociale che porto avanti da quasi 450 vignette. Si tratta di un mio appuntamento personale che ormai è diventata quasi una necessità di espressione.
P - Un tuo tratto distintivo è la cura maniacale dei paesaggi.
C - Creare un ambiente aperto, a volte desertico oppure oceanico, mi dà un senso di tranquillità. In questa maniera il racconto acquista la tranquillità necessaria per ambientare la storia. Questo avviene anche mediante l’uso di vignette orizzontali, che danno spazio al paesaggio e un ambiente sul quale muoversi liberamente. È l’insieme di spazio e colore che assegnano alla storia una propria unicità. Ogni storia, infatti, ha un colore dominante che la caratterizza: se il tono scelto è l’arancione, sarà un tramonto il filo conduttore che lega gli eventi raccontati.
P - Per concludere, qual è la tua storia preferita?
C - Senza dubbio quella con cui ho un legame maggiore è Elide (corsa 210325 Elide), in quanto  era il nome di mia nonna e racconta, attraverso una metafora, l’Alzheimer. Non vorrei spiegare il perché in quanto è sicuramente meglio leggerla.

P- Grazie Carmelo



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Dicembre 2018
Fonte: Blog Fumetti di Carta
Autore: Orlando Furioso

TAXO, di C. Calderone



TAXO


di Carmelo Calderone

volume unico a colori
17x24
brossurato con alette
80 pagine

euro 12


Lavieri








Ho parlato di Carmelo Calderone esattamente sei anni fa, proprio QUI.

Carmelo è un amico, non starò a far finta di non conoscerlo per rendere queste righe "più obiettive", lascio queste patetiche incombenze ai prefatori di professione o alle recensioni-su-richiesta.

Anzi, se volete saperlo Carmelo è un po' terrorizzato da quello che potrei dire sul suo TAXO: un po' perché* è fatto così, la modestia in persona, un po' perché io sono diventato (ancor più) senza freni nell'esprimere le mie opinioni. Eh già, privilegio dell'età: invecchi, diventi più stronzo e nessuno ti può dire niente perché tiri fuori la carta di identità e con un "taci, marmocchio!" metti a posto qualsiasi eventuale polemica.
E questo Carmelo lo sa molto bene, dato che mi conosce.
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TAXO, Carmelo Calderone - Lavieri
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Proprio per non farmi influenzare in nessun modo, non mi faccio regalare i fumetti dagli/dalle amici/che [1] perché, come dicevo tre righe più su, le recensioni-come-favore non rientrano nelle mie abitudini [2], ma essendo umano come tutti e provando anch'io, ogni tanto, il sentimento della gratitudine, non vorrei farmi tentare, ecco.

Quindi entriamo subito nel nocciolo della questione: TAXO mi è piaciuto molto!

Chi è Taxo
Questo (primo?) volume non ce lo spiega ancora bene, c'è solo qualche cenno alle sue origini, ma si capisce bene che - nomen omen - è un tassista, anche se di un tipo assai particolare.

Il volume è diviso in otto storie brevi o brevissime, dalle 4 alle 12 pagine, e ogni storia è una corsa di Taxo; certo queste sono solo otto delle innumerevoli corse, lo capiamo dal numero progressivo messo sotto il titolo di ogni storia.
Le corse di Taxo si svolgono in un mondo - o sono mondi ogni volta diversi? - apparentemente molto diverso dal nostro, mondi in cui esistono giganti di pietra che passano il tempo a combattere, in cui l'immortalità è una scelta percorribile, nelle quali razze umanoidi diversissime coesistono.
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TAXO, Carmelo Calderone - Lavieri
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Il taxi di Taxo - suona un po' cacofonico, ma ci siamo capiti - ha naturalmente capacità che i nostri comuni taxi terrestri non hanno: ad esempio vola (e sospetto che il conduttore abbia anche una qualche capacità di manipolare il tempo... sbaglio?).

Però attenzione: il taxi volante è solo un accessorio, un mero mezzo nel vero senso della parola, non è il protagonista delle storie, perché il protagonista è innanzitutto lui, Taxo, e poi ogni passeggero/a pagante che viene trasportato. 
Ma questo non è uno schema rigido, infatti in un paio di storie non si vede il taxi e né si capisce se la situazione è frutto di una corsa o meno, anche perché la cosa non ha alcuna importanza.

Taxo sembra un fricchettone terrestre, di quelli che in questo mondo sempre più omologato si vedono sempre meno; porta i dreadlocks lunghi, una bella barbetta a punta, milioni di anelli alle dita e - sospetto - ha anche qualche piercing qui e là.
E' un personaggio che ispira fiducia e ottimismo, sorride e si preoccupa per gli altri [toh, anche questa caratteristica sta diventando sempre più rara in questo nostro mondo non-a-fumetti...] e si capisce che dentro di sé accoglie tutta la poesia di cui il mondo/i mondi che percorre col suo taxi sono impregnati. La accoglie e la sente.
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TAXO, Carmelo Calderone - Lavieri
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Bravo Carmelo Calderone a far percepire fortissimamente questo aspetto: TAXO è un fumetto pieno di poesia, talvolta triste, ma sempre umana nel senso migliore del termine e - non lo dico con leggerezza - certi passaggi mi hanno davvero commosso.

Sono anche stato contento di vedere Carmelo tornare al colore, dopo la lunga esperienza in bianco e nero di Esopo: è un colore dato a mano, come una volta (ricordate?...) e fa parte della poesia che permea ogni storia. Ogni storia ha una tonalità di colore dominante diversa e mentre leggi e guardi capisci che è proprio quella la tonalità che ci voleva per quella storia. Bravo anche in questo.

Carmelo è cresciuto come disegnatore: le sue tavole sono molto espressive, ogni personaggio è ben delineato ed è diverso dall'altro, sceglie bene i campi e le prospettive e riesce facilmente a suggestionare chi legge con le atmosfere che è in grado di riprodurre, atmosfere che - per inciso - mi hanno vagamente ricordato quelle dell'indimenticabile Arzach di Moebius [uno dei più grandi disegnatori che la storia umana abbia avuto, a mio immodesto parere]
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TAXO, Carmelo Calderone - Lavieri
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Ma per me, che - chi segue questo blog lo sa - sono più legato alla storia che ai disegni, la cosa più bella di TAXO sono proprio queste storie, così surreali da un lato eppure così comprensibili da ogni persona dotata di un cuore che non sia rinsecchito, così - l'ho già detto e lo ripeto - pregne di poesia e di stupore... e, sì c'è anche un po' di dolore: traspare, a lato, ma c'è.

Qualcuno ha sempre bisogno di Taxo, in quei mondi, e lui per un prezzo che non conosciamo - ma che intuiamo non troppo alto - porta passeggeri e passeggere ovunque loro desiderino; non è sempre detto che ciò che vedono piacerà loro, non è nemmeno detto che tutti riescano a raggiungere il taxi (no, niente spoiler) e non è detto che il taxi funzioni sempre alla perfezione, ma... ecco, se dovessi scegliere un taxista non avrei dubbi su chi dovrebbe essere.

E' un periodo che faccio fatica a leggere fumetti [che non siano vecchie ristampe Marvel o DC o antiche strisce americane], non è bello da dire perché amo i fumetti da tutta la vita eppure da un po' di tempo sento sempre meno attrazione verso di essi. E' una cosa che spero passi in fretta, oppure se non passerà pazienza, si vede che sta per finire un lunghissimo ciclo della mia vita...

Beh, non vorrei sembrare esagerato o eccessivamente compiacente smielato, ma TAXO mi ha riconciliato per un po' con i fumetti e una lettura che era cominciata quasi come "dovere" (è già uscito da quasi due mesi e io non l'avevo ancora letto...) si è immediatamente trasformata in una bellissima esperienza, che mi ha lasciato dentro un groviglio di sensazioni e un po' di commozione. 
Cose che, associate alla lettura di un fumetto, non accadevano da un po'.
Caro Carmelo, spero che TAXO lo leggano in tant* perché secondo me merita davvero.

Buon anno a Carmelo e a tutt* quant*!

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Note:

[1] Talvolta mi regalano lo stesso le loro opere a fumetti, ma io me ne compro comunque una copia, sia per sostenerli/e che per "non dovere loro niente"; voglio dire non è che perché ho un blog devo per forza parlare di tutte le opere a fumetti dei miei amici/amiche, no?...

[2] ...l'ho fatto una volta sola, anni fa: ebbene, mi sento una merda ancor oggi... mai più, mai più!
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TAXO, Carmelo Calderone - Lavieri

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Novembre 2018
Fonte: La Pulce fumetti
Autore: Giuliano Novi




















Ciao Amici e fratelli.
Sarò il più breve possibile: supportato da una campagna promozionale senza precedenti, in quel della passata Lucca ha fatto il suo esordio la nuova opera di Carmelo Calderone: TAXO.
Tenete presente quanto segue:
- Carmelo è mio amico.
- Carmelo è un autore di fumetti (e, mi permetto di dire, professionista dotato di grande tecnica) al quale ho rotto abbastanza le palle, in passato, con giudizi infami e senza cognizione di causa, per lavori già pubblicati (vedi i tre volumi - vincitori del premio per la miglior distribuzione - delle fiabe di Esopo)
- Dopo aver letto in anteprima le storie di Taxo la mia reazione è stata (per chi non è di Roma, ricordo sempre che l'espressione a seguire, con il giusto tono e la corretta inflessione, è un segno di apprezzamento): Mortacci Tua!!!
- Non contento, dopo avermi deliziato con tavole e situazioni meravigliose, degne di stare su riviste quali L’Eternauta, Corto Maltese oppure la mitica Cyborg, il buon Carmelo mi propone gli stessi racconti di Taxo completi e colorati; a quel punto alzo il tiro della stima e rilancio con un: l’anima delli mejo Mortacci Tua!!!
- Sto fumetto è fantascienza come pretesto, è tutta una serie di colpi al cuore e spunti di riflessione, è poesia e ritmo enorme, è livello tecnico e artistico impessionante, è matita, inchiostro e acquerelli; soprattutto è una serie di storie veloci e apparentemente (?) slegate tra loro, intrise di una meditazione (personale) attenta e sensibile sulla vita, con un anfitrione gentile e pacato. Può apparire sperimentale solo a chi non ha letto un cazzo (o poco più) nella vita.
- Taxo, di Carmelo Calderone, pubblicato da Lavieri per 12 euro. http://www.lavieri.it/libri/taxo/

Giuliano

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Aprile 2015
Fonte: www.mangialibri.com
Autore: Luca Benedetti






















La vipera lotta strenuamente contro la biscia per il possesso di una fonte d’acqua, mentre le rane la incitano a gran voce. Conquistata la sorgente, la vipera rinfaccia alle rane il loro scarso aiuto, poiché è stata unicamente sua la fatica della lotta! Chiosa Esopo: “Poco giova l’aiuto a parole quando occorrono i fatti!”. Un cane insegue audacemente un leone, che però, stanco di questa ridicola fuga, si volta e ruggisce possentemente, scoraggiando definitivamente il suo inseguitore! Chiosa Esopo: “Certi insolenti, che denigrano chi è superiore a loro, spesso non hanno poi il coraggio di affrontare un vero scontro”. Una donnola si spaccia per un medico presso le galline di un pollaio offrendo il suo aiuto, ma le galline rispondono che staranno benissimo, purché la donnola stia loro alla larga! Chiosa Esopo: “Gli uomini prudenti sanno riconoscere i malvagi anche quando questi ostentano le migliori intenzioni”…
Si chiude la trilogia iniziata con La mattina di Esopo e Il pomeriggio di Esopo di Carmelo Calderone, disegnatore napoletano che proprio con la 001 Edizioni ha esordito nel 2010 col volume Fondo di Magazzino. Leggere oggi l’adattamento a fumetti delle vecchie favole di Esopo procura un insolito ritorno al passato, alle prime storie che si leggono o si apprendono durante l’infanzia, ed è sorprendente, quindi, riscoprire la freschezza e la durevolezza che ancora portano in sé.
Calderone, come ben descritto nell’introduzione, in questo terzo capitolo si rivolge ad un pubblico un po’ più maturo, richiede un livello di attenzione leggermente maggiore, per una interpretazione più profonda della morale delle favole di Esopo che raccontano caratteri e sfumature della vita meno palesi ed evidenti. Il pregio di tutte le storie, che si legano l’una all’altra e si svolgono nell’arco di una intera giornata, oltre che nel contenuto, sta proprio nel mestiere di Calderone di narrare con semplicità: il tratto pulito, l’espressività degli animali e l’essenzialità raggiunta fanno di questo volume un “libro d’altri tempi”, i tempi in cui imparavamo a leggere e a conoscere il gusto della lettura
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Numero 103 della rivista Liber - Libri per bambini e ragazzi
Luglio/Settembre 2014
Autore: Giulio C. Cuccolini
























 
.... Dopo La mattina di Esopo ( Già segnalato sulle pagine di LiBeR ) è il turno de Il pomeriggio di Esopo ( 001 Edizioni, 2013, 56 p., € 17,90 ) secondo volume della trilogia con cui il disegnatore romano Carmelo Calderone sta fumettando le storie del celebre favolista greco. Un lavoro svolto con uno stile grafico realistico ( con qualche episodico tocco umoristico ) facilmente legibile e con testi puntuali che offrono al lettore, nello spazio di un paio di tavole, tutta la pregnanza degli insegnamenti esopiani. E' anacronistico immaginare un genitore che legge a suo figlio e guarda assieme a lui i testi e le immagini di questo lavoro?

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24/12/2013
Fonte: Fumetto d'autore
Autore: Alessandro Bottero


























Il Pomeriggio di Esopo, 001 Edizioni, cartonato, bianco e nero, prezzo euri 17,90.                                          
Carmelo Calderone, autore di testi e disegni di questo volume che è il secondo della trilogia dedicata ad Esopo e alle sue favole, dovrebbe essere ormai considerato un professionista bravo (molto bravo), capace di disegnare e scrivere fumetti come qualsiasi altro autore che va di moda, e la critica dovrebbe iniziare a parlare di quello che fa. Invece anche dopo tre volumi da lui pubblicati per 001 Edizioni (Fondo di Magazzino, la Mattina di Esopo, e questo il Pomeriggio di Esopo) la critica lo ignora. Perché? Non lo so, e non capisco. Forse perché non è presente sui social, e non si agita per farsi notare? Forse perché è ancora convinto che sia il lavoro la cosa che si dovrebbe valutare per giudicare un’opera, e non se uno è bravo a vendersi su facebuch o twitter o sui blogghe? Sia quel che sia di Calderone si parla poco e la cosa è scandalosa. Il Pomeriggio di Esopo conferma quanto di valido si era visto nel primo volume della trilogia, e lascia il lettore in attesa del prossimo che concluderà questo viaggio nel mondo delle favole classiche. Il disegno è valido, la scrittura è solida, la confezione dell’albo curata. Ma che altro volete?
Giudizio finale: 9

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 14/04/2013
Fonte: Lo spazio Bianco
Autore: Andrea Mazzotta

la_mattina_di esopoEsopo è stato un grande narratore, capace di influenzare con le sue opere e con la morale che esse contenevano, infinite generazioni di lettori. Ne La mattina di Esopo, un volume dall’ottima cura cartotecnica, Carmelo Calderone fonde diversi racconti brevi dell’autore greco in una sequenza narrativa unica. Un esperimento interessante ma purtroppo non del tutto riuscito a causa della natura propria della materia prima su cui il giovane autore ha lavorato. I racconti sono caratterizzati proprio dalla loro brevità e dalla loro immediatezza, colpiscono l’immaginario e la coscienza del lettore come un fulmine o uno schiaffo e legarli tra di loro, con uno storytelling solo a sprazzi convincente, ne altera la forza comunicativa. Il tratto di Calderone ha subito un’interessante evoluzione dal suo lavoro precedente, Fondo di Magazzino, e pur non giungendo ancora ad un stile personale esclusivo, appare funzionale al racconto. Data la difficoltà di disegnare una variegata gamma di animali, se non antropomorfi comunque piuttosto umani negli atteggiamenti, si poteva sicuramente rischiare qualcosa di più in relazione alla costruzione della tavola, abbastanza statica, nonostante nel corso del volume qualche esperimento grafico narrativo venga tentato. Un volume da consigliare a tutti coloro che vogliono introdurre le nuove generazioni alla saggezza proveniente dal passato, non per questo oggi meno moderna.

Abbiamo parlato di:
La mattina di Esopo
Carmelo Calderone
001 edizioni , 2012
56 pagine, cartonato, bianco e nero – 17,90€
ISBN: 9788897846291

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Fonte: ItalNews

La mattina di Esopo

Posted by Umberto Ruffino On gennaio - 17 - 2013 0 Comments e 2 Reactions


























Ci sono storie che vengono considerate immortali, queste possono essere: favole, racconti, leggende e addirittura fumetti.
Questo libro, di Carmelo Calderone, ci regala una grande interpretazione di  un’opera immortale come le bellissime favole di Esopo.
Le favole di Esopo sono considerate un patrimonio delle cultura mondiale, infatti la favola “moderna”, come la intendiamo noi, è stata una sua invenzione. La presenza della morale insita nella favola è stata una sua aggiunta alla semplice storia, un modo per educare e far riflette i giovani che si allietavano con i suoi racconti.
In questo libro avremo modo di leggere e osservare l’interpretazione che Carmelo da alle opere di Esopo, interpretazione che lascia trasparire una sensibilità artistica grandissima.
Il volume è composto di tante storie brevi tutte collegate in maniera perfetta tra loro, questo rende la lettura fluida mantenendo la fedeltà delle favole realizzate da Esopo. Tutti i personaggi sono animali parlanti,  tra i vari personaggi spiccano le volpi che con le loro avventure fanno da filo conduttore delle vicende di tutti gli altri comprimari del libro. Tantissime le favole, comprese quelle celebri come la “volpe e l’uva” o “la cicala e le formiche”. Ogni favola contiene un messaggio; Carmelo, alla fine di ogni racconto, ci spiega il messaggio morale che Esopo voleva trasmettere rendendo la lettura interessante per i più grandi ed educativa per i lettori più giovani.
Oltre ad essere una lettura piacevole ed avvincente quello che ci piace sottolineare del lavoro di Carmelo Calderone sono i disegni. Totalmente in bianco e nero, raffinati e delicati con una cura dei dettagli quasi maniacale. Il formato extra-large del volume permette di ammirare ogni pennellata di china di Carmelo.
Altra caratteristica che mi ha stregato del lavoro di Carmelo sono le caratterizzazioni dei protagonisti che indossano spesso degli indumenti per “umani” come cappelli e sciarpe che ci fanno tornare alla mente certe illustrazioni inglesi dell’ottocento.
Dal punto di vista editoriale dobbiamo fare i complimenti alla casa editrice 001 che con questo volume si è superata proponendo al pubblico un libro realizzato con cura e materiali ottimi. Inoltre mi piace sottolineare l’ottimo rapporto qualità prezzo, un volume cartonato in formato extra-large (quasi una Absolute Edition) di 56 pagine al prezzo di euro 17,90 è ottimo, so che sembra strano ma sfogliando il libro potrete percepire la qualità del lavoro fatto dalla 001, poi considerando il prezzo di alcuni albi cartonati francesi che vengono venduti in fumetteria il prezzo ci appare ancora migliore.
Speriamo che i restanti due volumi che compongono l’opera vengano pubblicati presto, non possiamo attendere troppo tempo per finire la lettura di questa grande opera.
Ad arricchire ulteriormente il volume c’è la prefazione del grande Enrique Breccia, uno dei grandi della Historietas, che tesse le lodi ed augura a questo giovane autore romano un futuro radioso.
Concludendo un volume adatto a grandi e piccini, consigliato a chi ama il bel disegno e le favole di Esopo, se amate il fumetto questo libro non potete lasciarvelo sfuggire.
Consigliatissimo!
La mattina di Esopo. Cartonato, 001 edizioni, 56 Pag. B\N euro 17,90
di Ruffino Renato Umberto

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Massaggio Facebook 11/01/2014























Caro Carmelo,
Devi sapere che in questo periodo che sto passando di studio stressante ed esagerato, quando poi la sera, durante la settimana, vado a letto sfinito non c'è nulla, credimi proprio nulla che riesca a tenermi sveglio(a parte qualche raro caso), anche perché poi devo svegliarmi presto la mattina. L'altro giorno però, sul mio comodino c'era fondo di magazzino, un fumetto che incredibilmente mi ha catturato senza possibilità di liberarmi, mi ha trascinato in un leggiadro, poetico, divertente e accattivante mondo di fantasia, con i suoi personaggi uno più particolare dell'altro, che si completano a vicenda e riescono a rendere il racconto coinvolgente e spensierato, buffo ed intelligente, unico e sorprendente; un fumetto il tuo che soddisfa dall'inizio alla fine e fa riflettere su ciò che realmente è e può trasmettere la lettura in generale. Davvero sono contento di averti conosciuto e di aver speso bene il mio denaro e il mio tempo nella lettura di questa, a mio avviso, piccola lucida perla in un panorama fumettistico che a volte si mostra solamente come un vuoto e freddo mare. Grazie per tutto. A presto. Eduardo S.

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Fonte: FUMETTI DI CARTA

giovedì 20 dicembre 2012


La mattina di Esopo

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La mattina di Esopo
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di Carmelo Calderone
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introduzione di Enrique Breccia
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vol. cartonato, cm 24,5 x 34,5,
56 pp, b/n

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€ 17,90
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001 Edizioni
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Caro Carmelo,
l'avevo detto che prima o poi ti avrei scritto l'email con i commenti al tuo nuovo volume La mattina di Esopo.
Lo so, Lucca è passata da mo', ma devi avere pazienza: le cose alla fine le faccio, ma sempre coi miei tempi dilatati(ssimi).
Eppoi, ho pensato, casomai per domani c'avessero ragione i Maya, mica posso farti lo sgarro!
Già il fatto di non averti mai (o "ancora", siamo ottimisti, via!) parlato del tuo Fondo di Magazzino - che quello l'ho letto da molto tempo! - mi ha sempre fatto sentire in colpa... e appunto non volevo rischiare, tra fine del mondo e pigrizie varie, di non poterti far sapere cosa penso di La mattina di Esopo.

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Ti starai chiedendo: "Ma questo che fa? Io gli avevo solo chiesto di farmi sapere via email cosa ne pensasse del volume e lui scrive pubblicamente i commenti su un blog?!?".
In effetti questa soluzione non è granché rispettosa della privacy, ma è anche vero che qui siamo protetti e al caldo, non smuoviamo le masse e, insomma, le persone amiche sono poche e fidate.
Soprattutto poche, ma andiamo avanti.
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Inoltre dato che nei miei commenti, causa tontaggine e ignoranza, scrivo più o meno le stesse cose, almeno questa volta sono un po' più originale, non trovi? Il commento sotto forma di email "pubblica" non l'avevo ancora mai usato! (E pensa che t'è andata pure bene: avessi deciso di scriverti in rima? Sai l'imbarazzo?!?...)
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Bene, ora la smetto di tergiversare [1] e vado dritto al punto, anzi, ai punti.
Inutile che ti dica che non potrò essere obiettivo in questo mio commento. Ci siamo conosciuti, ci siamo simpatici, su molte cose la pensiamo allo stesso modo, siamo diventati amici. Quindi l'obiettività non solo non è raggiungibile, ma per quanto mi riguarda non mi sono neppure sforzato di cercarla.
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La prima cosa che devo dirti, che sarà anche la più difficile da spiegare, è che in certi punti il tuo volume mi ha commosso.
Sai che le favole di Esopo le conoscevo già, le ho lette molte volte e non mi hanno mai commosso.
Perché invece il tuo volume è talvolta riuscito a farlo?
Forse perché - dirò una banalità - tu sei riuscito, e nella mia personale esperienza ci sei riuscito per primo - a dare un volto, un aspetto, una forma all'universale  tragedia che sottende le favole di Esopo.
Sei riuscito a trasformare, ad esempio, "la Volpe delle favole di Esopo", quindi direi la volpe per antonomasia, in una Creatura vera e piena di emozioni. E di emozione per chi legge.
Grazie al tuo lavoro, un gracchio, animale anonimo e del tutto assente dai miei abituali pensieri, mi è diventato così familiare e intimo da farmi - oh, lo dico e mi sputtano e pazienza - scendere le lacrime perché ho sentito la sua tragedia per come è realmente, non per come lo stereotipo mi aveva finora insegnato.
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Non so se fosse il tuo scopo o meno, ma io ne La mattina di Esopo non ho visto un'abusata e un po' trita trasposizione metaforica "bestia - persona umana", ma ci ho visto qualcosa d'altro. Ci ho visto un'affresco che comprende un mondo fatto di bestie e persone e natura e sentimenti, tragedia e commedia e ironia. In poche parole, ci ho visto la vita in tutta la sua drammaticità.

Inizialmente ho sentito il dispiacere per l'assenza del colore, non te lo nascondo. Mi sembrava, pensavo, che con l'uso del colore avresti potuto "riempire" ulteriormente la mia mente di lettore. Inizialmente mi sono detto "mi piace, peccato per il bianco e nero, ma andiamo comunque avanti!" e dopo un po' il colore non mi è mancato più, perché il tuo bianco e nero non è necessariamente limite, così come limite non sono le storielle brevi, perché tutte concatenate e sapientemente inserite in una cornice temporale che ognuno conosce (il mattino) e in un luogo che ognuno capisce (il mondo fantastico, il mondo reale, un incrocio tra i due, il mondo interiore, il mondo della leggenda...).
Il colore, questa volta, me lo faccio da me, si forma nella mia testa mentre leggo le storie di Esopo e se proprio in certi momenti mi manca troppo mi riguardo per l'ennesima volta la copertina, che di colori è piena, non ne manca proprio nessuno.
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Capisco che ti farebbero piacere, e ti servirebbero senz'altro di più, dei commenti un po' più, come dire, "specialistici", ma quelli sai già che da me non li puoi avere. Io ti posso solo dire che i tuoi disegni mi piacciono perché sono così marcati, pieni di particolari, densi e caratterizzanti: come dire, il leone, la rana, il topo sono proprio loro, avrei dovuto scriverli con l'iniziale maiuscola come scrivo con la maiuscola il mio nome o il tuo. Mi sono piaciute le facce e le espressioni degli animali, nelle quali ho visto l'intera gamma dei sentimenti e delle emozioni. In certi momenti sei stato più spietato di Esopo stesso (ma decisamente meno moralista), in certi altri hai giocato su elementi quasi-horror.
Mi piace come hai costruito le tavole, anch'esse dense e piene di movimento; ho trovato memorabili alcune sequenze mute...

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Mi è piaciuto il fatto di percepire più piani di lettura nel tuo volume: posso regalarlo a un bambino e se lo godrà perché ci sono gli animali e le loro storie; posso godermelo io perché ci vedo e ci sento le mie tragedie e le mie commedie e rido dove forse non dovrei e piango come certamente un bambino non farà.
Mi è piaciuta anche l'introduzione di Enrique Breccia, ma di questo tu non hai colpa :)


Le favole di Esopo le conosciamo tutti. Così come le hai disegnate tu non le avevo mai viste e mi sono piaciute davvero tanto.
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Bravo Carmelo.
Con affetto,




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Note:
[1] Tergiversare in realtà è la mia principale occupazione. "La morte lo colse mentre ancora tergiversava", potrebbe essere il mio epitaffio. [Tiè! Non si sa mai.]



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Fonte: COMICUS

 Lunedì 17 Dicembre 2012 14:00

La Mattina di Esopo


























Scritto da  Cris Tridello
Esopo è una figura misteriosa. Poco si sa della sua vita personale, alcuni mettono persino in dubbio la sua esistenza ma una cosa è certa: le sue favole sono tra le prime a essere mai state tramandate nella storia.
I didascalici raccontini brevi e dalla morale educativa hanno solcato i secoli venendo tramandate di generazione in generazione segnando l’immaginario dei bambini di ogni epoca.
Carmelo Calderone, dopo la promettente opera d’esordio Fondo di Magazzino, decide di raccogliere ventinove delle oltre trecento favole dello scrittore greco e di unirle tra loro ambientando le storie tra il sorgere del sole e il suo massimo splendore.
Questo è La mattina di Esopo: un omaggio alla letteratura d’infanzia, al racconto semplice (ma ricco di significati) e al disegno illustrativo (ma tutt’altro che statico).
Da “Il gracchio e i corvi”, passando per “La volpe e l’uva” fino a “Il topo di campagna e il topo di città”, gli animali di Calderone (e di Esopo) offrono al lettore il completo campionario di crudeltà, furbizia ed etica morale dell’uomo, campionario che ha guidato la nostra crescita e che ci è stato raccontato, da infanti, per farci capire cosa è bene e cosa è male.
La scelta del bianco e nero, con tavole dal grande formato, vignette ampie, armoniose e disegni dal tratto sinuoso porta immediatamente il lettore all’illustrazione dell’infanzia ma, proprio per questo, una colorazione pittorica dai colori caldi, simile a quella in copertina, avrebbe dato maggior risalto all’aspetto illustrativo legandolo maggiormente a quella letteratura favolistica ricca di emozionanti illustrazioni.
La raffigurazione degli animali antropomorfizzati è esemplare nella sua resa, pur soffrendo a volte di eccessiva semplificazione (difficile riconoscere la volpe dal lupo se non attraverso il contesto o gli abiti che i personaggi indossano).
Il lavoro di storytelling esercitato dall’autore, comunque, è notevole, così come la crescita artistica dimostrata rispetto al primo lavoro ed è un vero peccato non abbia saputo rendere la morale delle fiabe in altra maniera se non con il classico uso della didascalia che, pur essendo adeguata allo scopo, spezza irrimediabilmente la lettura e vanifica il buon lavoro fatto nel legare tra loro i singoli racconti in un unico piano sequenza.
Consigliamo almeno una seconda lettura per godere appieno dello sforzo creativo esercitato, poiché alla prima sarete costantemente distratti dalla “morale” del caso.
Ennesima scelta coraggiosa quella di 001 edizioni e di Carmelo Calderone che ci propone un prodotto valido, dal formato importante ma, purtroppo, non privo di difetti.

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 Fonte LA BITACORA DE MANECO
(Spero presto una traduzione) 

viernes, 9 de noviembre de 2012

 

 

 

 

 

 

 


 

CONSUMIDOS POR EL CONSUMO

Ya lo dije. La presentación de Memorie dell’Eternauta en la librería romana L’Eternauta (ver
http://labitacorademaneco.blogspot.com.ar/2011/12/memorie-delleternauta-tour-tercera.html) tuvo todos los condimentos para ser una velada imborrable. Uno de ellos fue la posibilidad de conocer a Carmelo Calderone, incansable viajero, lector irredento, historietista de lujo y, desde hace muy poquito, ideario y director de Nova Express, nuevo proyecto editorial de 001 Edizioni. Allí, entre los anaqueles y estantes poblados de libros y alguna que otra bebida espirituosa, Calderone me obsequió con un ejemplar de su Fondo di magazzino, obra sin par que me devoré en una noche después de haberla dejado macerar cerca de un año en mi mesa de luz.


Viaje iniciático. Toma de conciencia a la hora de ir construyendo una identidad. Reflexión existencial sobre la intromisión de la fantasía en la realidad (y viceversa); y de lo inanimado en lo animado (y viceversa). Surrealismo a pleno, bajo el influjo de las tendencias psicoanalíticas travestidas en arte pop. Estudio sobre la relación que entablamos con las cosas materiales, con la personalidad que les construimos al ir llenándolas de afectos, de improntas, de recuerdos que las cargan de sentidos particulares e intransferibles, hasta hacer de esos objetos reproducidos por millares algo único, muy cercano a una entidad viva, con carácter, historia y personalidad. Todo eso (y más, mucho más) es Fondo di magazzino.



El Ratón Loco, uno de los personajes principales de Fondo di magazzino, en el dibujo que me dedicara Calderone

En esta era de frenética velocidad, donde las etapas se queman cada vez más rápido, donde las cosas y las gentes nacen caducas y listas para ser reemplazadas, el mundo (real y metafórico) en dónde toma cuerpo el cómic es, literalmente, un basural enorme y en permanente estado de expansión. Allí los objetos están animados; y la muñeca protagonista se verá envuelta en una pelea para decidir en dónde reside su felicidad: Si en las cosas que junta o en su capacidad de imaginar. Vida efímera y rápido descarte. Cruel destino de las producciones culturales-industriales-humanas en tiempos de sobreabundancia, de sobreexposición, de bombardeo constante y permanente. De imágenes, de sensaciones, de mensajes que quedan tirados (grabados) en algún lugar del inconsciente.


A este espacio onírico, Calderone lo habitó con múltiples referencias al arte y la cultura de masas: Las fábulas, los mitos, las historietas, los programas de TV, las canciones populares, la publicidad, la literatura, internet. Principalmente, las citas refieren a la Alicia de Lewis Carroll, pero también incorporan a Alita (el manga de Yikito Kishiro), Jack Kirby, Will Eisner, el Little Nemo de Winsor McCay, Lucky Luke, Sinatra, Easy Rider y El cuarto estado, famoso óleo del pintor italiano Giuseppe Pellizza da Volpedo, reflejo de la esperanza generada por la revolución industrial para incentivar el éxodo del campo a la ciudad del proletariado, obnubilado ante las promesas de progreso y desarrollo equitativo con que el Capital domesticó sus protestas hasta reconvertirlas en pasiva resignación.



El cuarto estado, de Giuseppe Pelliza da Volpedo, inspiración para la portada cuádruple de Fondo di magazzino

Porque, en realidad, Fondo di magazzino (que en italiano refiere tanto al inventario de stock del material no vendido como al mecanismo financiero del Fondo Común de Inversión) es una feroz crítica a la sociedad de consumo, al paradigma que viene tallando sobre la carne y el ideario de los consumidores consumidos por el consumo. La filosofía del “ser es tener” en lugar del “ser es existir”. La búsqueda desesperada de la realización personal en medio de los cantos de sirena que terminan por cosificar la humanidad del ser humano. En este punto, el relato peca de cierto abuso discursivo, banalizando con frases hechas aquello que el relato había elaborado mediante ideas, acciones y vuelo poético. 


Opción a favor del desarrollo del pensamiento crítico, el libro de Calderone apuesta por el valor de la imaginación como único camino viable para romper las cadenas de la realidad virtual que los medios, las marcas, la publicidad, el marketing, van construyendo alrededor nuestro, mientras estamos ocupados en otras cosas.
Fondo di magazzino. Un grito de libertad que merece ser escuchado y defendido.
Fernando Ariel García


Fondo di Magazzino. Autor: Carmelo Calderone. Color: Carmelo Calderone y Samantha Marchesini. Cuento Dove comicia l’infinito de Alberto Calderone. Portada: Carmelo Calderone. 96 páginas a todo color. 001 Edizioni. ISBN: 978-88-96573-26-6. Italia, octubre de 2010.


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 Fonte: Fumo di China 204 (240)


























Maggio 2012

In una discarica molto colorata il vecchio libro, la vecchia sveglia, il televisore rotto e la bottiglia vuota parlano usando citazioni dotte e massime popolari, senza risparmiare il sarcasmo. la cosa che più si avvicina a un essere umano è una bambola che si guarda intorno ma non ha la bocca né il sasso né le dita delle mani e dei piedi ed è nuda. Poi arriva l'uomo nero che la porta via. Dalla discarica la scena si sposta in una camera pulita e ordinata, dove la quasi ragazza si sveglia in un letto. Il tono dell'uomo nero è suadente, porta la quasi ragazza a fare una passeggiata e le mostra altri esseri umani con i prodotti della società, ce n'è uno che lustra la sua auto, altri davanti a un computer e a un televisore, sullo schermo un pallone, molti impegnati in un'orgia. Nessuno ha il volto, ma tutti sembrano felici. Cosa pensa davvero l'uomo nero lo capiamo quando è solo:"Ormai lei è mia".
Gli oggetti si dividono in due fazioni, alcuni servono l'uomo nero, che considerano "il padrone", e ci tengono con scarso successo a fare bella figura, altri cercano di convincere la quasi ragazza che il possesso non è tutto. e ci riescono, poiché nelle ultime tavole la ragazza conquista la bocca e le dita, può parlare, ha i vestiti e può affrontare la vita da sola. Nell'ultima tavola si trova in un tram affollato, in una vera strada di una vera città. Ma gli oggetti della discarica saranno sempre dentro di lei. Allora l'uomo nero indossa un elmetto, impugna molte armi e grida: "Cosa sono queste chiacchiere sulla fantasia? Solo le cose rendono grandi!" Ma nessuno lo ascolta più.
I Balloon di Carmelo Calderone non si limitano a ospitare le parole ma sono disegni essi stessi. Ecco quindi i balloon della sveglia parlante a forma di quadrante di orologio, il balloon del topo parlante a forma di formaggio, il balloon del libro parlante a forma di pagina di libro. Nell'ultima tavola la parola fine è scritta su un cartello portato da un ometto che attraversa la strada sulle strisce pedonali.
Citazioni colte, come il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo della copertina, convivono con i frequenti riferimenti al mondo dei fumetti. Anche il tratto netto e i colori sgargianti aiutano: le discariche sono un insieme casuale di oggetti disparati, e un disegno meno abile avrebbe reso tutto confuso e pasticciato.

Riccardo Borgogno

Giudizio: Ottimo

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 Fonte: MANGAFOREVER

venerdì, 27 maggio 2011 - 14:00

Fondo di Magazzino

Fondo di Magazzino



















Autore: Carmelo Calderone.
Casa editrice: 001 Edizioni.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 12,50 Euro.
Note: 96 pagine a colori, brossurato con copertina apribile a 4 ante.
Recensione


Una bambola svestita e dalla faccia mezza cancellata (non ha bocca e naso ma solo gli occhi), si “risveglia” in una singolare discarica dove quasi tutti gli oggetti paiono dotati di vita propria e intenzionati a farle vivere un incredibile viaggio (sorta di ritorno al suo mondo “reale”); il mezzo di trasporto sarà infatti un piccolo veliero piratesco in grado di volare, e i compagni d’avventura una serie di surreali personaggi come un vecchio e spesso manuale (“Tutto lo scibile umano” è il suo titolo), una vecchia sveglia con le lancette in mano, un ratto, una palla di pongo in grado di assumere le forme più disparate, un tucano con la tuba e un barile di rum.
Ovviamente tutti, oltre che strambi e bizzarri, sono anche parlanti (e ognuno contraddistinto con balloon graficamente studiati ad hoc); ma il classico “nemico” incombe, cioè un altrettanto sgangherata e incredibile compagine formata da una bottiglia di liquore, un pacchetto di sigarette (che porta stampigliato a caratteri cubitali simpatiche scritte come “IO TI UCCIDO”, “SEI MORTO”, “SARAI IMPOTENTE”), un manichino snodato e un televisore fulminato, che seguono anche loro con interesse le vicende della bambola appena giunta in discarica per conto di un misterioso “uomo nero”.
Durante il viaggio il vecchio libro cercherà di far capire alla nuova arrivata chi sia, da dove venga e come tornare al suo mondo, in fondo contiene in sé stesso “tutto lo scibile umano” stando al suo titolo; ne seguono quindi una serie di considerazioni filosofiche/esistenziali in linea di principio anche apprezzabili, ma che scorrono pericolose sul filo della banalità finendo inevitabilmente per scivolarci (anche perchè se la si tira troppo per le lunghe non può che uscirne un mezzo sermoncino).
Non contento di ciò, l’autore inserisce una ulteriore storiella/parabola (zen) nel bel mezzo di questo spiegone, un degno corollario alle disquisizioni filosofiche precedenti, sorta di metafora “stellare” (la protagonista è infatti una giovane stellina del firmamento celeste), dove il fumetto lascia lo spazio di alcune pagine a una narrazione illustrata col testo che prevale sulle vignette; metanarrativamente parlando, la bambola “legge” direttamente il vecchio e saggio libro e dalla preziosa lettura, anche qui con qualche banalità di troppo (ma se non altro la metafora in questa parte regge), impara l’ennesima lezione di vita.
Apprendiamo infatti che l’appiattimento su posizioni o modi di vedere altrui spesso ci precludono le vere esperienze della vita, quelle che la rendono veramente degna di essere vissuta; il viaggio però non è ancora finito e c’è il tempo per altre vicissitudini, tra cui l’inevitabile confronto con l’uomo nero, non privo di ulteriori discussioni filosofiche sulle insidie celate dalla brama di possedere e godere dei piaceri materiali (argomento forse un po’ troppo ambizioso e da trattare comunque in maniera un poco più approfondita e chiara di quanto fatto qui), oltre che di un’ardua battaglia sul campo tra oggetti vecchi e nuovi di cui però sfugge la valenza metaforica (o per dirla tutta, il senso).
Volume graficamente eccezionale, un tripudio di colori e personaggi bizzarri ottimamente tratteggiati, molto espressivi e curati, con trovate anche curiose come la copertina apribile a quattro ante che omaggia il quadro “Il Quarto Stato” del 1901 di Pellizza (semmai c’è da capirne il motivo, in che senso si collegherebbe all’opera stessa), o idee originali come i protagonisti che parlano con nuvolette fatte ad hoc (il volume parla come un libro stampato, il barile di rum su tavolette di legno, l’orologio con dei quadranti contrassegnati dalle 12 ore, e così via), potrebbe appagare il lettore solo grazie alla mirabolante parte disegnata; purtroppo invece la storia si risolve in un guazzabuglio di dialoghi caotici, con personaggi che parlano in continuazione dei fatti loro (vorrebbero forse fare “simpatia”, ma risultano spesso poco comprensibili), con infiniti battibecchi il più delle volte fini a sé stessi, che semplicemente confondono e disorientano il lettore.
L’errore macroscopico è in definitiva quello di aver costruito una tale variegata e stupefacente cornice “metaforica”, per poi far parlare “fuor di metafora” i vari protagonisti, finendo per buttare nel mezzo considerazioni filosofico-esistenziali anche giuste, ma esplicate in maniera tale da renderle irrimediabilmente banalizzate (“la vera bellezza è quella interiore”, “nella vita l’unica regola è che non ci sono regole”, “non ci sono idee giuste o sbagliate, ma solo convinzioni”, “il viaggio è più importante della meta” e via così); i personaggi spiattellano quindi direttamente ciò che andrebbe assolutamente “suggerito” al lettore, ovvero intuito proprio attraverso quella metafora che l’autore stesso finisce per tradire, rendendo il tutto un polpettone indigesto, in parte incasinato inutilmente, in parte stucchevole per non dire irritante quando diventa una sorta di predica, riuscita solo (e pure in parte, perché non si salva comunque dal senso di banalità dilagante), nel piccolo segmento narrato per illustrazioni.
Peccato, perché il talento e la passione ci sono in quantità, e trattandosi dell’opera prima si può anche concedere un po’ di indulgenza all’autore, forse troppo preso dalla preoccupazione di non sbagliare al primo colpo, intento in effetti raggiunto solo a metà, perché tanto è sorprendente la parte grafica quanto deludente quella narrativa; ma i margini di miglioramento per il futuro sono sicuramente ampi, e se all’enfasi di aggiungere un dialogo (con annessa perla di saggezza) in più a tutti i costi l’autore opporrà un certo criterio, limerà e pondererà meglio la parte testuale, i risultati futuri non potranno che essere eccellenti!

Voto: 6

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Fonte: COMICUS

Lunedì 28 Marzo 2011 02:00

Fondo di magazzino 




















Scritto da  Giovanni La Mantia
 
Straniante helzapoppin' a fumetti sopra il rapporto tra fantasia e realtà, Fondo di magazzino è l'esordio da autore unico e nell'editoria di genere di Carmelo Calderone, capitolino ex animatore per bambini e viaggiatore per passione. L'autore mostra in questa opera prima le sue letture di riferimento (tanto letterarie quanto fumettistiche) e le sue predilezioni televisivo-cinematografiche, con un occhio attento anche ai cambiamenti sociali registrati dal web. Una fiaba adulta popolata da animali e oggetti che interagiscono, a volte in maniera irrazionale, in un mondo caotico dove l’essere deve combattere sull’apparire per il giusto riequilibrio naturale.
Il personaggio principale è una sorta di bambola senza bocca e con degli arti indefiniti, che sul finire della storia prende coscienza del proprio io trasformandosi in (o meglio, tornando a essere) una donna reale, non più schiava di convenzioni e imposizioni psicologiche, in una ritrovata verginità a tutto tondo.
In precedenza è accompagnata da una ciurma illogica e suggestiva: tra questi, un libro enciclopedico rassicurante, un tucano guida, una sveglia permalosa, un topo intraprendente, una botte irruenta e un essere multiforme di plastilina. Ognuno di questi viene rappresentato graficamente con un caratteristico balloon che lo contraddistingue, una trovata divertente.
Non tutti i personaggi sono positivi (e propositivi): così come nella vita esiste il male e le tentazioni che possono corrompere, anche qui sono presenti scorie, legacci e avversità (impersonati soprattutto dal fantomatico uomo nero) che intralciano il cammino interiore e la crescita-riconversione della protagonista.
Dietro una narrazione non sempre immediata quasi al limite dell’ermetismo, di tanto in tanto appesantita nei dialoghi, Calderone esibisce un tratto interessante e discreta regia grafica, alternando tavole zeppe di particolari ad altre più essenziali. La colorazione realizzata insieme a Samanta Marchesini appare appropriata; buona la confezione offerta dall’agile editore piemontese.

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Fonte: ItalNews

Fondo di Magazzino























I libri sono come il caffè.
Se il caffè è buono ti lascia un ottimo sapore in bocca, altrimenti ti lascia un sapore amaro e poco gradevole.
I libri sono  molto simili, ti possono lasciare belle sensazioni oppure amarezza.
Questo volume intitolato Fondo di Magazzino è un ottimo caffè.
L’autore è Carmelo Calderone che si formato alla Scuola internazionale di Comics di Roma. Ma cosa ancora più sorprendente è che si tratta della sua prima pubblicazione; una graphic novel dalla trama molto intrigante.
L’autore rappresenta un mondo dove gli oggetti sono vivi, e dove è in corso una lotta tra un misterioso uomo nero (Ndr. impersonificazione del consumismo) e un gruppo di oggetti animati (Ndr. libri, sveglie e tanti altri) capitananti da  un topo (Ndr. Sorcio Matto).
All’interno della storia l’ago della bilancia è una ragazza che ha il compito di decidere se la felicità stia negli oggetti oppure nella fantasia e nella creatività.
Oltre ad una trama originale ed interessante,(Ndr. e che in certi passaggi rende omaggio a Lewis Carroll) il volume si caratterizza anche per uno stile grafico molto curato ed innovativo.
Le tavole di Calderone sono piene di particolari e dettagli, ed il suo stile grafico mi ricorda molto il grande Bryan Talbot (Ndr. Autore di Alice in Sunderland, Cuore dell’impero, e tanti altri).
Una delle scelte grafiche innovative è stata la scelta di “personalizzare” i ballon dei personaggi. Ad esempio i ballon del personaggio Sorcio Matto sono realizzati come fette di formaggio.
Anche altri autori in passato avevano utilizzato questa tecnica per caratterizzare i personaggi, ma lo stile e la fantasia utilizzate da Calderone le rendono comunque un particolare unico ed originale.
Anche la cura editoriale della casa editrice 001 Edizioni si dimostra di altissimo livello.
Una carta che valorizza in maniera ottima sia i disegni che i colori (Ndr. brillanti e vivaci), la copertina stampata su di una carta semi ruvida con alette laterali. Insomma un libro curato e pensato per valorizzare l’opera di Calderone.
Concludendo, un volume bellissimo meritevole di essere comprato e letto.
Un volume che lascia anche un messaggio chiaro al lettore, quale messaggio?
Leggete Fondi di magazzino e lo scoprirete.

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 Fonte: FUMETTO D'AUTORE

Fondo di Magazzino




















di Giorgio Messina
Carmelo Calderone è uno dei talenti più cristallini che il fumetto italiano ci ha inaspettatamente proposto recentemente. Quasi in punta di piedi, il romano Carmelo Calderone, superata la soglia della trentina (è del 1978), ha pubblicato, in anteprima alla scorsa Lucca, per 001 Edizioni il volume  "Fondo di Magazzino", la sua prima opera a fumetti di cui realizza ogni componente dell'opera: testi, disegni, colori e lettering. Pensate ad un immaginario fiabesco che incontra uno stile ispirato al De Chirico più plastico ma rivelando nel tratto fortissima personalità e una già compiuta maturità artistica con forti influenze provenienti dall'illustrazione per bambini.
Fondo di Magazzino è una storia solida, curata quasi manialcamente in tutti i dettagli, sino al punto da avere balloon e didascalie tutti tagliati graficamente per ogni personaggio che compare nella storia. Oggetti che si animano, anime che diventano oggetti e animali umani. Buoni e cattivi dove i buoni fanno i buoni e i cattivi fanno i cattivi. C'è anche un vascello pirata volante. Calderone ci stupisce ad ogni pagine e a ogni trovata. L'immaginario declinato in questo volume è talmente vasto che elencare spunti e citazioni sarebbe riduttivo e ingeneroso per l'autore e per un lavoro di realizzazione di questo volume durato oltre tre anni. Questo primo libro a fumetti di Carmelo Calderone è questo e tutto quello che ci riuscirete a trovare dentro. Imperdibile per il lettore perdersi in questo Fondo di Magazzino. 


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Fonte: FUMETTO ( Rivista di Comics a cura dell' Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell'Illustrazione; ANAFI )

N.76 Anno XIX Dicembre 2010






















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Chi è la bambola senza volto e senza sesso, che ci ricorda un po' Bonerest, che si risveglia nuda in un Fondo di Magazzino (euro 12,50)? Con una narrazione ricca di rimandi all'immaginario dei bambini e degli adulti Calderone ci porta in una discarica delle fantasie che vive un po' come Il paese delle meraviglie di Alice ed un po' come un sogno pausa corroborante tra i problemi del vivere oggi: ottimo risultato per il debutto come autore completo.